LA RECENTE GIURISPRUDENZA IN MATERIA DI ASSEGNO DIVORZILE
TRE CASI REALI E PRATICI SU QUANDO VIENE RICONOSCIUTO UN ASSEGNO DIVORZILE
In precedenti video e articoli sul nostro blog abbiamo parlato dell'assegno di mantenimento riconosciuto in sede di separazione e dell'assegno divorzile, spiegandone le differenze, anche attraverso alcuni casi concreti: alla fine dell'articolo vi lasciamo i link a questi contenuti.
In questo video ci occupiamo di alcuni recenti casi pratici per capire quando effettivamente si ha diritto all'assegno divorzile.
PRIMO CASO
Dopo la separazione, l'ex moglie iniziava una relazione affettiva stabile e duratura con un altro partner. Nel caso di specie, nel giudizio di merito, l'ex moglie non aveva dimostrato in concreto di trovarsi in condizione di non potersi procurare mezzi adeguati per ragioni oggettive (ossia il primo presupposto dell'assegno divorzile).
In tale contesto, la convivenza di fatto instaurata dall'ex moglie con un altro partner, caratterizzata da un legame affettivo stabile e duraturo sebbene in mancanza di coabitazione – è stata valorizzata dalla corte d'appello quale fatto idoneo, insieme ad altri, ad escludere il diritto dell'ex moglie all'assegno divorzile. In particolare, per i giudici, mancava la prova della cosiddetta componente compensativa dell'assegno divorzile, ossia la prova che il coniuge richiedente l'assegno divorzile avesse contribuito ad accrescere il patrimonio familiare e personale dell'altro coniuge – circostanza che legittima il riconoscimento di una somma a titolo di assegno divorzile per il contributo dato da un coniuge al patrimonio della famiglia e dell'altro coniuge.
SECONDO CASO
Per capire cos'è la componente compensativa dell'assegno divorzile, dobbiamo ricordare che, per riconoscere il diritto all'assegno divorzile, il giudice deve valutare, tra l'altro, gli effetti e le conseguenze delle scelte operate dai coniugi durante il matrimonio, e tenere in considerazione tanto le occasioni lavorative mancate quanto i successi raggiunti anche grazie al sostegno dell'altro coniuge.
Proprio per tale ragione, in un recente caso deciso dalla Cassazione, è stato confermato il diritto all'assegno divorzile dell'ex marito per compensare gli sforzi che questi aveva fatto durante il matrimonio per sostenere gli studi – università e dottorato – e la carriera della moglie, carriera che, diversamente, quest'ultima non avrebbe avuto senza il sostegno materiale e morale del marito.
TERZO CASO
Se è vero che l'assegno divorzile compensa, tra l'altro, gli sforzi fatti durante il matrimonio, allora l'assegno divorzile ben può essere negato nell'ipotesi in cui nessuno dei due coniugi abbia sacrificato le proprie aspettative per la famiglia. Per tale ragione, la Cassazione ha negato l'assegno divorzile a una signora che, seppur invalida e sessantenne, non aveva mai chiesto la pensione di invalidità e continuava a lavorare come psicologa - attività che aveva sviluppato con costanza durante il matrimonio senza particolari rinunce.
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