SPECIALISTI IN CHIRURGIA PLASTICA, RICOSTRUTTIVA ED ESTETICA | PARTE 3: LA PROBLEMATICA LEGATA ALLA MEDICINA ESTETICA
L'ABUSIVISMO PROFESSIONALE IN AMBITO SANITARIO: IL CASO DELLA MEDICINA ESTETICA
Le scuole private di medicina estetica, per quanto serie e autorevoli, non si possono (e non si devono) confondere con le scuole di Specializzazione di area sanitaria, riordinate dal ministero della salute con il decreto interministeriale n. 68 del 2015. Sempre più di frequente nel mondo dell’estetica si improvvisano medici privi di specializzazione universitaria specifica che si fanno chiamare impropriamente “Medici Estetici”, così falsando l’orientamento dei consumatori: in Italia non esiste alcuna specializzazione in “medicina estetica”.
La medicina estetica non è solo una pratica voluttuaria: spesso è tesa a correggere difetti che portano diversi disagi psicologici (si pensi al labbro leporino, al morso di un cane che deforma un labbro, ad esiti cicatriziali sul viso di vario genere, ecc.). Ciò detto, la medicina estetica si pone a un livello complementare e non alternativo rispetto alla chirurgia estetica, poiché si occupa di prevenzione e successivamente di correzione di piccoli difetti con mezzi non chirurgici.
L’abusivismo professionale in ambito sanitario è una piaga gravissima e frequenti sono i danni da trattamenti ritenuti “semplici” come i filler, il botulino e le tecnologie laser. Questo fenomeno, di conseguenza, ha portato all’aumento del numero di richieste di risarcimento dei danni e, conseguentemente, di interventi secondari per riparare ai danni provocati da chi si cimenta in trattamenti che dovrebbero necessariamente essere eseguiti da medici esperti.
TRATTAMENTI DI MEDICINA ESTETICA E TRATTAMENTI COSMETICI: LE DIFFERENZE
Inoltre, gli interventi di chirurgia estetica e i trattamenti di medicina estetica effettuati da specialisti in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica, non hanno nulla a che vedere con trattamenti cosmetici o semplici applicazioni di prodotti cosmetici che, per loro natura, possono essere effettuati anche da personale non sanitario e non sono invasivi. Il Regolamento 1223/2009/CE specifica che per prodotto cosmetico si intende “qualsiasi sostanza o miscela destinata ad essere applicata sulle superfici esterne del corpo umano (es. epidermide, sistema pilifero e capelli, unghie, labbra, organi genitali esterni) oppure sui denti e sulle muscose della bocca allo scopo esclusivamente o prevalentemente per pulirli, profumarli, modificarne l’aspetto, proteggerli, mantenerli in buono stato o correggere gli odori corporei”. La cosmesi viene per lo più effettuata da sedicenti medici estetici, non specialisti; è dunque evidente che vi sono due diverse categorie di prestazioni:
- la prima, inerente a tutti gli interventi chirurgici e trattamenti medici svolti da specialisti;
- la seconda, che riguarda solo i trattamenti cosmetici e puramente estetici, che possono essere svolti anche da personale non sanitario.
L’obiettivo ideale (per quanto difficile da raggiungere) sarebbe costituito dalla previsione della medicina estetica come specializzazione universitaria; nel frattempo, sarebbe opportuno che chi intende cimentarsi in tali pratiche (i) si specializzi in un branca adeguata (la più attinente sembrerebbe essere la specializzazione in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica) o, quantomeno, (ii) frequenti una delle scuole quadriennali di Medicina estetica, istituti che forniscono un certo livello di preparazione, per quanto non paragonabile a quello che si consegue con la frequentazione delle scuole di Specializzazione.
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