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Per concept store si intende un punto vendita caratterizzato da peculiari arredamenti, design, luci, musica, profumi e affini, allestiti in un ambiente studiato per creare un’atmosfera precisa. L’obiettivo è creare un’esperienza di esplorazione e scoperta da parte del cliente attraverso molteplici suggestioni.

La Corte di Cassazione ha recentemente riconosciuto al concept store la stessa tutela offerta dalla legge sul diritto d'autore alle cosiddette opere dell'ingegno. 
Nello specifico, la Cassazione, confermando la sentenza della Corte d'appello di Milano, ha riconosciuto tutela ai concept store di Kiko s.r.l. - società nota nella produzione e commercializzazione di cosmetici -  ai sensi dell’articolo 2 n. 5 della Legge sul diritto d’autore, che tutela i disegni e le opere dell’architettura

Kiko aveva convenuto in giudizio la società di cosmesi concorrente, Wycon, accusandola di aver copiato il concept dei propri negozi, a suo dire,  innovativo e dotato di uno spiccato carattere distintivo del brand. La Wycon ha contestato che l'allestimento dei punti vendita della Kiko fosse caratterizzato in modo univoco e che sussistessero profili di originalità negli allestimenti, in quanto comuni anche ad altre aziende concorrenti.

La Cassazione ha premesso che per accordare la tutela autorale anche agli arredi di interni – intesi come opere di architettura – questi devono necessariamente avere carattere creativo, non potendo corrispondere a una mera forma esteriore imposta per rispondere a dei requisiti tecnico–funzionali.

Affinché sia integrato il requisito della creatività è necessario e sufficiente che vi sia un atto creativo, seppur minimo, purché suscettibile di manifestazione nel mondo esteriore – infatti, la legge sul diritto d'autore non tutela la mera idea, ma la sua esteriorizzazione in una forma espressiva.

Nel caso di specie, la Cassazione ha ravvisato la creatività nella combinazione e conformazione complessiva degli elementi che caratterizzano il design architettonico degli store di Kiko.

La Corte ha anche ritenuto che nell’allestimento dei punti vendita Wycon (sia nell’impressione visiva d’insieme, sia nella composizione strutturale) c’è stata una sostanziale riproduzione degli elementi caratterizzanti il progetto di allestimento dei negozi Kiko.

Gli elementi originali tutelabili ripresi da Wycon, pur con alcune irrilevanti differenze, sarebbero l’ingresso open space con grandi grafiche retroilluminate ai lati, gli espositori laterali, le isole a bordo curvilineo posizionate al centro del negozio, la presenza di numerosi schermi TV incassati negli espositori, l'utilizzazione di combinazioni di medesimi colori (bianco, nero, rosa/viola), e i punti di illuminazione che diffondono luci fredde.

La Cassazione ha sancito un rivoluzionario principio di diritto secondo cui un progetto di arredamento di interni è tutelabile, come opera dell’architettura, quando ci sia una progettazione unitaria con l’adozione di uno schema in sé definito e visivamente apprezzabile, che riveli una chiara chiave stilistica e rifletta l’impronta personale dell’autore. Viene così dato rilievo all’organizzazione dello spazio risultante dalla combinazione di elementi che, pur se comuni o già utilizzati singolarmente, nell’insieme risulti originale, frutto di scelte creative dell’autore.

In questo modo l’architettura non è più intesa solo come attività di progettazione e costruzione di edifici ma – in un’accezione più ampia e contemporanea – come attività intellettuale volta alla creazione e modificazione degli spazi per renderli fruibili all’uomo nell'ambiente fisico, nel territorio e nel paesaggio, nelle città, nell'edilizia ed anche nell'organizzazione degli interni.

La sentenza è innovativa perché per la prima volta stabilisce che gli interni di un punto vendita debbano essere intesi non come singoli elementi di arredo – tutelabili attraverso la registrazione come disegni o modelli di design – ma come opera di architettura che, in quanto tale, può accedere alla più ampia e pervasiva tutela offerta dalla legge sul diritto d'autore. 

Alla luce di questa pronuncia, dunque, il concept store può essere tutelato su più fronti:
- con la registrazione come disegno o modello di design, tutela accordata dal codice della proprietà industriale;
- come opera dell'architettura, tutela riconosciuta dalla legge sul diritto d'autore;
- infine, anche come marchio tridimensionale di forma, come sancito dalla Corte di Giustizia europea nella sentenza Apple Inc. contro l'ufficio tedesco dei marchi e dei brevetti. 

La Cassazione, ha quindi confermato la pronuncia della Corte d’appello di Milano nella parte in cui aveva ordinato alla Wycon di modificare il format dei propri negozi, vista l'indebita riproduzione degli elementi caratterizzanti il progetto di allestimento dei negozi Kiko.

Infatti, si ha violazione del diritto d'autore non solo quando l'opera è copiata integralmente, cioè quando vi sia una sua riproduzione abusiva, ma anche nel caso di contraffazione parziale, che ricorre quando, sulla base di una valutazione sintetica, la seconda opera presenta i tratti essenziali dell'opera anteriore.

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